I regimi alimentari alternativi a quello onnivoro di fatto forniscono un approccio diverso alla nutrizione. Che siano scelti per questioni etiche, religiose o salutari, questi nuovi modi di alimentarsi diventano di giorno in giorno punti di riferimento per quanti hanno necessità di modificare il proprio stile di vita. Tra gli approcci più seguiti c’è, quindi, chi adotta un regime vegano, chi resta vegetariano e chi, pur sposando le istanze di entrambi questi gruppi, sceglie la dieta flexitariana. Ne avete mai sentito parlare? Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Cos'è la dieta flexitariana?
La dieta flexitariana è un regime alimentare basato sostanzialmente sul consumo di alimenti vegetali che, tuttavia, inserisce all’interno del piano alimentare anche modeste o piccole quantità di carne e pesce. Dunque, alla base dell’alimentazione flexitariana vi è un cospicuo consumo di verdure, cereali, legumi, frutta, semi oleosi dai quali provengono la maggior parte dei nutrienti utili alla sopravvivenza dell’individuo.
In altre parole, chi segue un regime alimentare flexitariano preferirà, ad esempio, scegliere alimenti ricchi di proteine vegetali piuttosto che animali e tenderà ad assumere quest’ultimo gruppo di nutrienti solo in rari casi.
Perché si chiama dieta flexitariana?
La parola flexitariano nasce dalla crasi di due parole flessibile (flexible in inglese) e vegetariano. La combinazione di questi due lemmi esprime proprio il concetto alla base di questa dieta: un regime alimentare sostanzialmente vegetariano che però diviene flessibile e introduce carne e pesce a seconda delle necessità, ma facendone un consumo molto moderato.
Alla base di questo approccio però, i flexitariani sottolineano che occorre l’inclusione di gruppi alimentari più che l’esclusione. Focalizzarsi su cosa si può mangiare anziché su quello che bisogna categoricamente evitare permette di seguire senza troppa rigidità la propria dieta, approcciandosi al mondo dell’alimentazione consapevolmente e non come un atto limitante della propria libertà.
Chi ha inventato la dieta flexitariana?
La dieta flexitariana è stata ideata dalla dietista Dawn Jackson Blatner. Nutrizionista e specialista in dietetica sportiva, la dottoressa è anche consulente nutrizionale per la squadra di baseball dei Chicago Cubs. In passato ha collaborato con Huffington Post, SHAPE Magazine ed Health Squad. Il suo credo alimentare è stato enunciato principalmente nel libro The Flexitarian Diet.
Cos’è la dieta flexitariana?
Come anticipavamo la dieta flexitariana è un regime che rifugge dalle regole ferree ma anzi lascia lo spazio di scegliere come comporre il proprio menù settimanale optando per gli alimenti (soprattutto vegetali) che si preferiscono, facendo attenzione alla presenza di tutti i nutrienti necessari al corretto sviluppo dell’organismo.
Bisogna ricordare che questa dieta è nata in un contesto americano, in cui la maggior parte della popolazione tende a non consumare abbastanza frutta e verdura, cereali e legumi ma anche latticini e pesce magro. Quindi è proposta a larghi strati della popolazione che hanno un'alimentazione di base molto sbilanciata e devono essere rieducati a un consumo di cibo più consapevole come un modello nuovo da seguire per migliorare la propria salute.
L’obiettivo della dieta flexitariana è quello di far focalizzare l’attenzione alimentare sui cibi nutrienti e sulle modalità di inserimento degli stessi nella dieta.
Siti specializzati americani l’hanno annoverata tra le migliori diete (dopo quella mediterranea) da scegliere per tenere sotto controllo il proprio peso e alimentarsi correttamente, poiché si concentra sull’assunzione di alimenti di origine vegetale.
Benefici della dieta flexitariana
I benefici della dieta flexitariana si possono paragonare molto strettamente a quelli di una dieta vegetariana. Secondo gli esperti, eliminando un consumo smodato di carne si può diminuire il rischio di malattie cardiocircolatorie, di diabete di tipo 2, si aiuterebbe a prevenire alcune tipologie di cancro e si riuscirebbe a mantenere sotto controllo il peso. Per seguire in maniera sicura questa dieta occorre studiare un piano alimentare con il proprio medico o nutrizionista, in modo da prevenire alcune carenze nutrizionali come quelle che riguardano la vitamina B12, lo zinco e il calcio.